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 A FERRARA UN OPEN DAY PER MOSTRARE INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE TARGATA SALVI VIVAI E UNIVERSITA’ DI BOLOGNA

 

Si rinnova l’appuntamento con il ciliegio sperimentale targato Salvi Vivai e Università di Bologna.

Dopo il successo dell’edizione 2016, il prossimo 7 giugno l’azienda ferrarese aprirà nuovamente le porte del proprio impianto di ciliegio a Runco di Portomaggiore (Ferrara).

L’occasione sarà l’Open Day aperto a produttori, tecnici e giornalisti che potranno vedere e toccare con mano lo stato di fatto dell’innovazione sperimentale del ceraseto.

Tra gli sponsor della giornata Valagro, leader mondiale in prodotti biostimolanti che mette in campo la propria ricerca supportata dalla esclusiva piattaforma tecnologica GEAPOWER. Sul ciliegio propone ed applica la propria linea nutrizionale specifica che sarà presentata proprio in questa occasione.

L’evento rappresenta una tappa fondamentale per fare il punto sull’innovazione varietale e agronomica e per mostrare concretamente i risultati di una ricerca ormai quinquennale che l’ateneo bolognese conduce in collaborazione con Salvi Vivai proprio nel ceraseto ferrarese.

Protagonisti assoluti della mattinata saranno naturalmente i ciliegi della famiglia delle Sweet che i partecipanti potranno ammirare nel pieno della loro attività produttiva e in una fase di sviluppo ulteriore rispetto a quanto mostrato tre anni fa.

“Il ciliegio si adatta perfettamente ad un’agricoltura ecosostenibile e specializzata, che rappresenta il futuro. Abbiamo così deciso di continuare a investire molto sul ciliegio, sia dal punto di vista della ricerca che dell’innovazione varietale e agronomica. La ricerca e l’innovazione, infatti, sono un punto di forza della nostra azienda e per il settore in generale” queste le parole di Silvia Salvi, socio amministratore di Salvi Vivai che prosegue confermando come “questo nostro impegno si concretizza in un forte interesse anche da parte dei produttori non solo italiani ma anche esteri. Abbiamo infatti conferme di partecipazione di delegazioni da Francia, Germania, Austria, Turchia e Serbia.”

Due gli elementi di assoluto interesse in questo impianto sperimentale.

Da un lato la già citata famiglia delle Sweet nata da una ricerca dell’Università di Bologna partita circa 15 anni fa.

“La famiglia delle Sweet si articola in 6 varietà, identificate dopo una lunga ricerca partita da 3.000 semenzali” spiega Stefano Lugli, responsabile del progetto del Dipartimento di Scienze e Tecnologia Agroalimentari dell’Università di Bologna.  “Le 6 varietà sono quasi identiche per sapore, colore, durezza e forma e, particolare fondamentale, hanno un’epoca di maturazione e di raccolta scaglionata in 5 settimane”.

È evidente, quindi, l’importante risvolto economico commerciale rappresentato dalla possibilità di avere al consumo lo stesso prodotto per più di un intero mese.

Secondo elemento di assoluto interesse è rappresentato dalla tipologia di frutteto utilizzata per la produzione di queste primizie: gli impianti cosiddetti “senza scala” che si caratterizzano per l’utilizzo di piante che entrano in produzione rapidamente e che permettono di realizzare impianti con altezze ridotte in modo da facilitare la potatura e la raccolta, queste operazioni, infatti, avvengono senza l’ausilio di scale con un conseguente notevole risparmio sui costi di gestione.

 

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